In un'epoca di estrema attenzione
all'aspetto fisico, di cura, a volte maniacale, del proprio corpo, di ricorso
sempre più frequente alla chirurgia estetica, in un'era in cui molti pensano che
i tormenti più grandi della vita siano gli inestetismi della cellulite, un seno
troppo piccolo o troppo ingombrante o un naso importante, in un mondo in cui le
parole che sentiamo pronunciare più spesso sono: fitness, jogging, pilates,
spinning, acquagym e bodybuilding, si apre ogni tanto uno spiraglio su quello
che sembra essere un mondo parallelo, ma che si muove in una direzione del tutto
diversa.
E' il mondo di coloro che,
nonostante i condizionamenti sociali, i bombardamenti pubblicitari e spesso la
derisione di coloro che snobbano e criticano ciò che non comprendono, hanno
acquisito la consapevolezza che l'uomo è composto di corpo e spirito!
In questa, per il momento
piccola, oasi di spiritualità, si sentono parole come chakra, kundalini,
meditazione e un'altra, piccolissima ma immensa nel suo significato: il "sè".
Quel "sè" che è l'intima
essenza di ognuno e che spesso inglobiamo nel "noi", nel gruppo, nel branco, per
non sentirci diversi dagli altri, per avere tutti le stesse cose, le stesse
aspirazioni, per esorcizzare le stesse, ancestrali paure che pensiamo,
condividendole, diventino meno angosciose e terribili.
Così facendo perdiamo ciò che
di più prezioso possediamo: la nostra individualità, le nostre idee, la nostra
fantasia, la nostra creatività, la nostra passione, il nostro modo di
avvicinarci alla divinità, che sia essa Dio, Budda, o Maometto.
E' per questo che spesso
sentiamo serpeggiare in noi un'insoddisfazione latente, un anelito di ricerca di
qualcosa a cui non sappiamo dare un nome, ma di cui avvertiamo la mancanza.
Allora tutte le belle cose di cui ci siamo circondati, la nostra casa
perfetta, la nostra vita così perfettamente uguale a tante altre vite, ci
sembrano prive di significato.
Per riempire questo vuoto
compriamo altri inutili oggetti, facciamo vacanze esotiche, rendiamo ancora più
accogliente la nostra casa.
Senza capire che quella che
dovrebbe essere più accogliente è la nostra casa di dentro, quella in cui
alberga lo spirito, quello spirito che è e deve rimanere unico, perchè è dalla
diversità che nasce il confronto.
Fermiamoci ogni tanto a
scoprire la nostra parte più profonda, dedichiamoci alla contemplazione di un
albero, di un fiore, di un tramonto, del mare, del sorriso di un bambino o di un
anziano. Tutte cose che, magari per darci un tono intellettuale fingiamo di
ammirare in un quadro, senza accorgerci che la realtà è certo più emozionante!
Facciamo più spesso il
silenzio dentro di noi e scopriremo il suono del nostro respiro, il battito del
nostro cuore, il frullio d'ali del nostro spirito che, unico e libero, si
fonderà cosmicamente con gli altri.
Coccoliamo pure il nostro
corpo, ma riserviamo almeno le stesse attenzioni a quella parte di noi che non è
visibile, ma che è il fulcro del nostro essere e forse scopriremo o riscopriremo
tanti tesori che credevamo perduti e riusciremo a godere attimi preziosi di
quella cosa di cui ci accorgiamo solo dal rumore che fa quando sta andando
via...la Felicità!
Maria Letizia
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